O come OMEOSTASI
Questo termine, assunto dalla biologia, sta a significare la capacità degli organi viventi di mantenere entro i limiti normali le condizioni interne, nonostante le variazioni dell’ambiente esterno.
Questo concetto di autoregolazione in Gestalt è stato trasposto ai processi psichici. In realtà si parla più precisamente di “processo omeostatico”, attraverso il quale qualunque organismo autoregola le proprie funzioni interne sulla base dell’ambiente che lo circonda.
Se sono su una spiaggia al sole il mio corpo comincerà a sudare per ridurre l’apporto di acqua dell’organismo e abbassare così la temperatura interna. Allo stesso modo a livello psichico abbiamo reazioni simili che ci servono a controbilanciare gli accadimenti del mondo esterno.
Parliamo in questo caso di bisogni, che se individuati e correttamente soddisfatti, ci permettono di mantenere lo stato di benessere. In situazioni estreme, quando ad esempio dobbiamo salvare la pelle, è più semplice individuare i bisogni dando loro una gerarchia di importanza. Se mi trovo ad esempio in una situazione in cui nell’ambiente c’è un livello alto di aggressività o peggio ancora di violenza, la paura mi permetterà di attivare le due tipiche reazioni di attacco/fuga, reazioni fisiologicamente sane perché tese alla sopravvivenza. Nel primo caso una rapidissima valutazione delle mie capacità di fronteggiare la situazione, metterà immediatamente in tensione ogni muscolo del corpo, per permettermi di aggredire l’ambiente. Se al contrario percepisco di non avere le risorse per potervi far fronte, sarò abilissimo a individuare una possibile via di fuga, che mi permetterà di cavarmela. In questo modo l’equilibrio tra organismo e ambiente è mantenuto.
Meno semplice è individuare bisogni non collegati alla diretta sopravvivenza – ma non per questo meno importanti – come il bisogno di protezione, o quello di amore. Quando non riesco a soddisfarli, perché non li riconosco o non ci sono le condizioni per farlo, il processo omeostatico e il ripristino dell’equilibrio che ne deriva, falliscono, con conseguente malessere.
Prestiamo dunque attenzione ai nostri bisogni, concediamoci il tempo di riconoscerli, accoglierli e trovare il modo di soddisfarli. Ascoltandoci saremo anche in grado di distinguere quelli più importanti, che richiedono un’attenzione privilegiata, da altri che possono aspettare. Così il delicato gioco degli equilibri potrà mantenersi, la nostra vita scorrerà più fluida e ci sentiremo più felici.