L’approccio della Gestalt
La psicologia della Gestalt nasce in Germania all’inizio del XX secolo. In seguito, tra gli anni Quaranta e Cinquanta, si sviluppa come approccio esistenziale-filosofico a New York, quando lo psicoterapeuta tedesco Fritz Perls – insieme a un gruppo di ricercatori – elabora un modello di terapia applicabile a diverse discipline e campi di intervento, tra cui la psicologia e il counseling.
Secondo l‘approccio della Gestalt, è l’organizzazione dei fatti, delle percezioni e dei comportamenti a dar loro significato e non gli elementi separati e/o individuali di cui questi sono composti, vale a dire che l’organizzazione non è casuale, ma basata sugli stimoli forniti dall’ambiente e sui bisogni soggettivi del/degli individuo/i. Ogni persona è collegata all’ambiente di cui è parte attraverso cicli di esperienze.
In altre parole pensiamo che la cellula più piccola e indivisibile sia l’organismo con il suo ambiente e che il tutto è più della somme delle sue parti.
L’esperienza personale è pertanto considerata come una successione di relazioni figura/sfondo, ossia i cicli di contatto tra l’organismo e l’ambiente, in cui le necessità specifiche emergono rispetto al contesto circostante, personale o professionale che sia, per poi allontanarsi una volta soddisfatte. Se questo processo è interrotto, si tenderanno a ripetere schemi provenienti dal passato non congrui alla situazione presente: è nell’esperienza nuova e assimilabile che la Gestalt riconosce la possibilità di crescita dell’individuo.
Uno degli obiettivi della Gestalt è che le persone imparino ad auto-regolarsi, ad assumersi la responsabilità della propria sofferenza, delle proprie scoperte, delle emozioni, le difficoltà, i desideri e le gioie.
La metodologia
Il lavoro del/della Gestalt Counselor è quello di facilitare e sostenere il processo di consapevolezza del counselee, aiutandolo a definire meglio le proprie esperienze passate, a ricercare nuove vie possibili per trovare le soluzioni creative congrue alla situazione presente.
Dando particolare rilievo agli aspetti di comunicazione e relazione, il percorso di gestalt counseling ha l’obiettivo di fornire al/alla cliente il sostegno necessario per affrontare le criticità del momento attraverso lo sviluppo delle proprie potenzialità, qualità e risorse.
Partendo dall’analisi del problema specifico, ci si propone di attuare un piano d’azione finalizzato a sviluppare maggior consapevolezza, gestire al meglio relazioni ed emozioni e quindi superare blocchi e conflitti, facendo leva sulle potenzialità e nutrendo la possibilità di immaginare un futuro congruo ai propri bisogni.
Centrale diventa la capacità di analizzare il contesto di vita, di percepire le proprie necessità e risorse, dunque individuare modi sostenibili per gestirle in relazione all’ambiente circostante.
Durante gli incontri di counseling, verrà pertanto richiesto al counselee di diventare consapevole dei propri gesti, comportamenti e pensieri all’interno di un contesto protetto, dove le nuove modalità e percezioni di sé possono essere un sostegno alla capacità di scelta.
Stimolando l’adattamento creativo e la piena consapevolezza, l’intervento di counseling permette di esplorare e poi progettare cambiamenti positivi e costruttivi, potenziando le capacità personali già esistenti, collegandosi alle risorse dell’ambiente e superando il momento di crisi.
I PRINCIPI FONDAMENTALI DELLA GESTALT
- Ogni persona è un intero ed è (piuttosto che ha) corpo, emozioni, pensieri, sensazioni e percezioni, tutti elementi che funzionano in maniera correlata.
- Ogni persona fa parte del suo ambiente e non può essere compresa al di fuori di esso.
- Le persone sono proattive piuttosto che reattive cioè determinano le proprie risposte al mondo.
- Ogni persona è capace di essere consapevole delle proprie sensazioni, pensieri, emozioni e percezioni.
- Ognuno, attraverso la consapevolezza di sé, è capace di scegliere e dunque è responsabile del proprio comportamento.
- Ogni persona possiede le potenzialità e le risorse per vivere in maniera efficace e per soddisfare i propri bisogni.
- Possiamo fare esperienza di noi stessi soltanto nel presente, nel qui e ora.
- Il passato e il futuro possono essere sperimentati solo nell’adesso attraverso il ricordo e la previsione.
- Le persone non sono intrinsecamente né buone, né cattive (Talcott Parsons 1975).